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La storia di Julian Lichte

indossa due ortesi con articolazione per ginocchio modulare NEURO TRONIC e articolazione tibiotarsica modulare NEURO SWING (situazione al 2020)

Profilo

  • Nato nel 1984
  • Asso nello sport
  • Riceve la prima ortesi tre mesi circa dopo l'incidente

120 kg – Sono circa undici casse di birra, tre sacchi di terriccio per fiori, il peso di un mini pony scozzese o il numero di chili che Julian Lichte riesce a sollevare sulla panca. Quando si è davanti a lui, l'impressione è di imponenza. E soprattutto il fatto che Julian riesca a stare in piedi è già un miracolo.
Julian Lichte è paraplegico. Entrambe le gambe sono paralizzate, ma il busto e le braccia sono perfettamente funzionanti. L'esperienza e la storia di Julian potrebbero essere la trama di un film.

In seguito a un incidente avvenuto nel 2000, Julian finisce in terapia intensiva. Sua madre è con lui quando si sveglia. Dal suo sguardo, Julian capisce che qualcosa non va. Più tardi viene a sapere che ha una frattura composta tra la vertebra toracica (TH12) e la prima vertebra lombare (L1). Entrambe le gambe sono paralizzate. Il dottore gli spiega che molto probabilmente non potrà più tornare a camminare e che gli occorre una sedia a rotelle. Segue un'operazione in cui viene rimossa la cresta iliaca per stabilizzare l'area danneggiata della colonna vertebrale e successivamente altri interventi.

Julian afferma che quel periodo per lui era un totale inferno, Dal punto di vista emozionale e psico-fisico. I suoi amici e la sua famiglia sono sempre lì per lui e lo sostengono da ogni punto di vista. Ma non è facile elaborare un simile incidente. Guardando indietro, Julian dice di aver sviluppato in questo periodo una forte sensibilità per le relazioni interpersonali. Percepisce i piccoli gesti, la mimica, la postura corporea o l'enfasi data alle parole più intensamente di prima. Conosce molti pazienti con simili esperienze di vita che cercano di motivarlo a utilizzare la sedia a rotelle. C'è grande solidarietà fra di loro.

Durante la fisioterapia gli esercizi di focalizzano sull'uso della sedia a rotelle. Casualmente una fisioterapista entra nella sua stanza con delle stampelle poco dopo la caduta; si tratta di un equivoco. Ma Julian si ricorda di quel momento fino a oggi. Dice che forse quel momento gli ha dato un'indicazione sulla strada da seguire. Successivamente le stampelle o le ortesi non sono più opzioni da considerare.

Dopo due mesi e mezzo viene rilasciato dall'ospedale con una sedia a rotelle. In quel periodo l'appartamento dei suoi genitori si trova al terzo piano senza ascensore. Ogni giorno lui e sua madre portano la sedia a rotelle su e giù per le scale. Prima del suo incidente la sua famiglia ha un nuovo membro. Julian ha ora un fratello. Julian dice che sua mamma è una combattente, si prende cura di entrambi i fratelli come una leonessa. Contemporaneamente fa ricerche su Internet per trovare delle alternative che aiutino Julian. Durante queste ricerche si imbatte in ortesi o in una sedia a rotelle che può essere usata verticalmente. Tuttavia i tempi di consegna per la sedia sono di sei mesi. Riceve due ortesi. Solo grazie alle ricerche della madre e al grande aiuto della sua fisioterapista Gabi che Julian inizia a utilizzare le ortesi. Per Julian sono "ingombranti" ed è insopportabile metterle. Per dispetto le mette e le toglie 100 volte, fin quando non ha più nessun problema nel farlo. Le usa per la fisioterapia e cerca di integrarle nella sua quotidianità. Con molto esercizio riesce persino a rimanere in piedi con le ortesi; si tratta di un primo successo basato sull'impegno instancabile delle due donne presenti nella vita di Julian.

D'ora in poi, la fisioterapia e lo sport determinano la vita di tutti i giorni di Julian che vuole fare tutto il possibile per riuscire a stare in piedi e persino a camminare. Ma emergono molto domande: quali possibilità gli offre la fisioterapia? Esistono ortesi con cui si può anche camminare? Come può sostenere al meglio il suo corpo? Dove si possono ottenere maggiori informazioni?

Nel centro di fisioterapia è assistito da Gabi che si impegna molto trovando sempre nuovi esercizi per lui. Ogni piccolo passo avanti è una motivazione. Anche Julian passa in rassegna diverse opzioni. Tenta di tutto: dall'elettrostimolazione o dai cubetti di ghiaccio con cui pensa di poter stimolare i muscoli fino alla cyclette elettrica in casa, su cui dorme di notte e su cui continua a muovere le gambe. Con l'aiuto delle stampelle si allena a salire e scendere dalla metropolitana con le ortesi, andando da un binario all'altro per non avere più paura di cadere e delle porte che si chiudono automaticamente. Il suo sogno è riuscire a camminare correttamente con le ortesi.

Ogni interruzione causata da visite in ospedale significa per lui un ritardo nell'allenamento. Nella sua cerchia di amici e parenti si sente con le sue ortesi completamente integrato. Utilizza delle articolazioni con blocco movimento; le ortesi però non sostengono a lungo il peso a cui Julian le espone. Sovraccarica le ortesi e il suo corpo con pesi eccessivi e si gode raramente momenti di pausa. Ogni movimento è per lui un allenamento.

Nel corso degli anni conosce molto fisioterapisti; alcuni più impegnati di altri. Non esiste una specializzazione per determinati gruppi di pazienti o non ci sono esercizi con ortesi. Quando Julian non nota più progressi, sviluppa il suo concetto personale di allenamento. Trascorre ogni momento libero in piscina, nuota con dei pesi sulle gambe. Durante la pausa pranzo si allena a stare in piedi con le ortesi fuori al mancorrente e a fare piccoli passi. Dal momento che le ortesi si bloccano nell'articolazione del ginocchio, non è possibile camminare correttamente. Per via delle gambe paralizzate deve lasciare il blocco nelle articolazioni così da avere la massima postura dalle ortesi. Così trascorrono i mesi.

Più volte è colpito da infiammazioni alla gamba che portano a diverse operazioni chirurgiche. In caso di ascessi la situazione peggiora così tanto che arriva in unità di terapia intensiva e deve essere alimentato artificialmente. Quando il dottore gli consiglia di far amputare la gamba, Julian si arrabbia. Con toni alti risponde che questa opzione per lui è fuori discussione.

Quando torna a casa continua a fare sport e lascia per sempre la sedia a rotelle; la sua prossima tappa è di nuovo il negozio di ortopedia; qui riceve due nuove ortesi. Questa volta si tratta di ortesi con articolazioni per ginocchio automatiche che si bloccano se sottoposte a carico e si sbloccano nella fase di oscillazione. Con l'aiuto delle stampelle impara quello che per le altre persone è normale saper fare: camminare. Per far questo ha bisogno di un busto stabile per poter mantenere l'equilibrio. Insieme all'allenamento con gli attrezzi si procura delle parallele simmetriche con cui si allena a muovere le gambe e i piedi per eseguire dei passi. La forza la prende dai fianchi e dal busto. Tocca il pavimento con la punta dei piedi, uno dopo l'altro, facendo 1000 ripetizioni. Così inizia la sua giornata. Dalle quattro alle sei ore di sport al giorno sono un dogma per Julian. In palestra trascorre in media un'ora sul tapis roulant. Si allena a camminare con gambe e fianchi così da bloccare e sbloccare i sistemi di articolazioni del ginocchio automatici dell'ortesi al momento giusto. Sul tapis roulant questo esercizio diventa sempre più semplice.

La sua fidanzata Rena dice che le ortesi stabilizzano la vita di Julian. Sulla sedia a rotelle sarebbe tutto molto diverso. Vanno insieme in vacanza, fanno attività sportiva, escono e vivono in un appartamento con barriere architettoniche. Perché vogliono così; la volontà di Julian di camminare è indistruttibile. Se riuscirà a raggiungere una deambulazione vicina a quella fisiologica è scritto nelle stelle.

I progressi della medicina, della tecnica ortopedica e della biomeccanica sono continuamente monitorati soprattutto per pazienti come Julian. Internet offre ai pazienti, ai parenti e anche alle persone provenienti dai più svariati settori specializzati la possibilità di ricevere informazioni. Questo non sarebbe stato possibile nel periodo precedente alla diffusione di questo mezzo. Anche la comunicazione e lo scambio reciproci, nonché la visualizzazione mediante video, immagini e foto sono oggi completamente diversi rispetto a 30 anni fa. Tuttavia Julian Lichte spera in una migliore e più rapida informazione in merito al tema, nonché maggiore responsabilità nei confronti nei pazienti affinché non venga meno la possibilità di un trattamento ortesico, come è avvenuto a Julian. Per i dottori spesso, per ignoranza o convinzione, l'unica soluzione per una paraplegia incompleta come quella di Julian è la sedia a rotelle. Per molti pazienti è un'ottima soluzione ma spesso anche l'unica che viene loro suggerita.

Julian Lichte ha deciso di percorrere un'altra strada con le ortesi e senza sedia a rotelle.


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